Come sapere se un autovelox è tarato

Quando riceviamo un verbale di eccesso di velocità l’indicazione della data dell’ultima taratura è obbligatoria, ma non è necessario riportare gli estremi del certificato.

La taratura è indispensabile per controllare e per garantire la funzionalità dell’apparecchio che, altrimenti, potrebbe misurare la velocità con valori alterati, magari multando chi non è in eccesso rispetto ai limiti di velocità previsti in quel tratto di strada. Come facciamo quindi a sapere se un autovelox è tarato? E come sapere da chi e quando è stata fatta l’ultima operazione di taratura? Sono informazioni indispensabili per controllare la validità o meno del verbale di contravvenzione per eccesso di velocità: se le indicazioni della taratura dell’autovelox mancano, la multa è annullabile, su ricorso dell’automobilista contravvenzionato.

La velocità dei veicoli in transito va misurata con estrema precisione, perché le multe sono particolarmente salate. Ma proprio sulla taratura esistono parecchie incertezze, dovute al fatto che ci sono due modi di intendere l’indicazione nel verbale: la prima riguarda la data di esecuzione dell’ultima taratura, che non deve essere anteriore di 12 mesi; la seconda concerne gli estremi del certificato di avvenuta taratura da parte della ditta specializzata, che documenta le operazioni tecniche eseguite. Sono due informazioni estremamente importanti, eppure la loro mancanza comporta conseguenze diverse. Vediamo come sapere se un autovelox è tarato: cosa può fare l’automobilista per conoscere queste informazioni e cosa deve fare l’Amministrazione che ha elevato la multa.

Taratura autovelox: cos’è e a cosa serve?

La taratura è un’operazione tecnica eseguita da ditte autorizzate e certificate presso un centro Accredia (o dal costruttore dell’apparecchio, se abilitato ai sensi della normativa ISO 9001), che serve per stabilire la corretta funzionalità dell’apparecchio. Con il corso del tempo, infatti, le componenti meccaniche ed elettroniche sono soggette ad usura e a invecchiamento, ed è indispensabile controllarle periodicamente, altrimenti le misurazioni risulterebbero inaffidabili e inattendibili.

La taratura è un’operazione periodica, e in ciò si distingue dall’omologazione dell’apparecchio, che è iniziale, viene eseguita solo una volta ed avviene all’atto della prima messa in funzione. Un decreto del Ministero dei Trasporti (D.M. dei Trasporti n. 282 del 13/06/2017) regolamenta in dettaglio come deve essere eseguita la taratura, a seconda del modello di apparecchio e del tipo di strada su cui dovrà essere utilizzato: per quelli da impiegare in autostrada le misurazioni vengono svolte in un autodromo ad una velocità fino a 230 km/h, per quelli usati in città è sufficiente una velocità di 70km/h oltre il limite imposto nel tratto di strada da monitorare.

Taratura autovelox: ogni quanto va fatta?

L’obbligo di taratura periodica degli autovelox è stato imposto nel 2015 dalla Corte Costituzionale (Sentenza n. 113/2015), che ha stabilito un fondamentale principio: tutte le apparecchiature elettroniche – fisse e mobili, presidiate dalla pattuglia o funzionanti in automatico – impiegate nell’accertamento delle violazioni dei limiti di velocità devono essere «sottoposte a verifiche periodiche di funzionalità e di taratura».

La taratura dell’autovelox deve essere eseguita almeno una volta l’anno, e le operazioni sono documentate nell’apposito certificato rilasciato dal soggetto autorizzato che le ha svolte.

Taratura autovelox: come si dimostra?

Tocca sempre al Comune, o all’organo di Polizia che ha installato l’autovelox, dimostrare, in caso di contestazione dell’automobilista, che la taratura periodica dell’apparecchio è stata regolarmente eseguita, da un laboratorio accreditato, negli ultimi 12 mesi antecedenti alla data di rilevazione dell’infrazione.

Perciò, come afferma la Cassazione, in caso di ricorso del soggetto contravvenzionato che muove contestazioni circa l’affidabilità dell’apparecchio, il giudice è tenuto ad accertare se l’autovelox che ha rilevato l’eccesso di velocità «è stato o meno sottoposto alle necessarie verifiche periodiche di funzionalità e taratura» (Cass. Sentenza n. 533/2018) e spetta all’Amministrazione che ha utilizzato lo strumento fornire in giudizio «la prova positiva dell’iniziale omologazione e della periodica taratura» (Cass. Ordinanza n. 14597/2021).

Quando la multa è nulla per mancata taratura?

Secondo una nuova ordinanza della Cassazione (Cass. Ordinanza n. 21327/2022), se da un lato il verbale deve indicare necessariamente la data dell’ultima taratura effettuata, altrimenti la multa è nulla, dall’altro lato esso non deve riportare anche gli estremi del certificato di taratura (o allegarlo materialmente al verbale notificato). Perciò, se il soggetto multato che ha proposto opposizione con ricorso contesta la mancanza del certificato di avvenuta taratura periodica, l’Amministrazione dovrà produrlo in giudizio, altrimenti il giudice dovrà annullare la multa.

Questa pronuncia della Suprema Corte sottolinea che, ai fini della validità della multa, «non è necessario che il verbale di contestazione contenga una specifica menzione, indicandone gli estremi, del certificato di taratura periodica». Pertanto questa informazione può essere omessa nel verbale e se il soggetto contravvenzionato, quando impugna la multa con ricorso, ne eccepisce l’assenza, l’Amministrazione dovrà esibire il certificato che documenta l’operazione svolta nei modi e termini di legge.

Cosa fare se il verbale non riporta la taratura?

In sintesi, se il verbale di contestazione dell’infrazione di eccesso di velocità rilevato mediante autovelox:

  1. riporta le operazioni di taratura: l’automobilista multato è messo subito in condizioni di verificare il rispetto dell’obbligo di taratura da parte dell’Amministrazione e dovrà dimostrare l’inaffidabilità dell’autovelox con eventuali altri motivi che dimostrano il suo concreto malfunzionamento (Cass. ord. n. 10464/2020, n. 11776/2020 e n.17574/2021);
  2. non indica la data dell’avvenuta taratura: è illegittimo e può essere integralmente annullato, se il soggetto contravvenzionato ricorre al giudice eccependo tale mancanza (Cass. Ordinanza n. 1283/2022);
  3. menziona la data dell’ultima taratura svolta: la multa è nulla solo se la taratura indicata risale ad oltre un anno prima della data di rilevamento dell’eccesso di velocità;
  4. indica la data di cui sopra, ma non riporta gli estremi del certificato di avvenuta taratura: l’automobilista che fa ricorso può chiedere all’Amministratore di esibire in giudizio di questo documento, per verificare se l’operazione è stata eseguita regolarmente; se l’Amministrazione non produce in corso di causa il certificato di taratura, il giudice annulla la multa con sentenza, altrimenti rigetta il ricorso.